venerdì 11 ottobre 2013

Nuova poesia

HAPPY END

Amo l' "happy end":
datemi solo il lieto fine,
i gialli dove scoprono l'assassino,
i poliziotti che imprigionano i cattivi.
Sofocle, Eschilo
non complicateci la vita;
Shakespeare, no
non c'è del marcio in Danimarca.

Tutto è bene quel che finisce bene!

Lo so che sono storie consolatorie,
che la mia è solo fantasia
e che va tutto a catafascio,

...ma lasciatemi sognare:
è il bello della poesia!

LUIGI GIURDANELLA

lunedì 26 ottobre 2009



FUTURISMO+100

Straordinaria manifestazione poetica all’insegna del Futurismo quella del 20 marzo 2009 al Gran Caffè al Foro. La manifestazione organizzata da “I Poeti dell’Ariete” in collaborazione con il gruppo “I Mille volti”, ha preso spunto da un’idea del comune amico Antonio Malafarina di un lancio di palline poetiche. Da qui il titolo della Manifestazione “Poetico (S)lancio”, sintetizzando con quella S tra parentesi lo slancio poetico e il lancio di poesie. Il pomeriggio prendeva l’avvio con una doverosa rievocazione del Futurismo e il suo tempo, con dei riferimenti alle cronache dell’epoca e citazioni dal Manifesto Futurista, apparso su “Le Figaro” il 20 febbraio del 1909, “proprio un secolo e un mese oggi”, come faceva notare Giurdanella, conduttore della manifestazione, che sfoggiava , per l’occasione, un vistoso gilet ispirato alla fantasiosa arte di Fortunato Depero. Inevitabile la citazione: “un automobile ruggente che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia” tratta dal punto quattro del manifesto futurista; doverosa invece quella riguardante la poesia: “La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo” (Punto sette del Manifesto Futurista). Sempre Giurdanella entrava nel vivo della manifestazione leggendo delle brevi poesie scritte su fogli di carta d’imballaggio, che dopo la lettura appallottolava e lanciava ai presenti, presi alla sprovvista, incitandoli a raccoglierle e rilanciarle … Il “pallino” veniva passato a Daniela e Alessandra de “I Mille volti” che leggevano testi loro e di altri amici del gruppo, impossibilitati a presenziare, poesie scritte su cartoncini colorati in pieno stile delle Futuriste “parole in libertà” (frutto di accurato lavoro laboratoriale tenuto da Maria Teresa Mosconi coordinatrice del Gruppo). Successivamente Alessandra faceva aeroplanini di carta che planavano sul pubblico. Raffaella Bonetti si presentava con le poesie scritti su fogli volanti attaccati ai pantaloni e altre inserite in tubetti vuoti di “vitamine” (chiara la metafora?!). Maria Elena Mejani faceva svolazzare foulard, fogli e perfino barchette di carta. Gabriele Cavagna calcando un bellissimo cilindro dai colori variegati, leggeva una poesia composta da una sequela di termini scientifici e meccanici che suonavano come invettive (successivamente si lanciava in un balletto estemporaneo coinvolgendo anche Giurdanella). Argene Madeddu vestita di velluto, raso e “lustrini” cantava, applauditissima, canzoni tratte dal repertorio di Edith Piaf (Le vie en rose) e Liza Minnelli (New York, New York). Fabiano Braccini declamava un suo “Neo Manifesto Futurista”, seguito dal lancio del proclama stesso arrotolato, ma non solo, anche di palline da tennis, palle di ping-pong ecc.. . tutte che riportavano dei versi scritti sopra! Invece i versi di Sonia Gagliardelli erano scritti su palloncini colorati, che venivano lasciti vagare per aria. Il giovane poeta Vinz, scritta la sua poesia sulle pagine del “Il Corriere della sera”, dopo averla letta strappava le pagine del giornale e le lanciava al pubblico. Particolare ed originale l’intervento dell’artista e performer Carlo Cecaro basato sulla cartellomania, che con i suoi “Cartelli dell’impossibile ma non troppo” che andavano da “amasi” a “truffasi” fino a “assolvesi”, otteneva risate ed applausi.
Questi sono solo alcuni dei tanti interventi all'insegna del futurismo, che hanno coinvolto il pubblico numeroso e prodigo di applausi.

Luigi Giurdanella

lunedì 19 marzo 2007

"I Poeti dell'Ariete"

Credo che sia giunto il momento di parlare de “I Poeti dell’Ariete”, gruppo storico, visto che tra pochi giorni, il 21 marzo 2007, sono ben diciassette anni dalla sua fondazione. Vorrei sottolineare la data di costituzione 21 marzo 1990, perché, curiosa coincidenza, dieci anni più tardi, nel 2000, l’UNESCO ha proclamato il 21 marzo “Giornata Mondiale della poesia”. Non mi sembra il caso di fare storia e cronistoria o dilungarmi su meriti e glorie del gruppo. I pochi abituali visitatori del mio blog sanno chi siamo e cosa facciamo, e non vorrei far scappare quelli eventuali nuovi od occasionali sommergendoli di prolisse biografie.
Visto l’atmosfera colloquiale che anima di solito il blog, mi sembra più consono fare delle considerazioni e raccontare qualche aneddoto. Comincerei con una diatriba che spero susciti curiosità e interesse. C’è un’arguta ed ironica affermazione del nostro fondatore Gabriele Cavagna che così dice: “Essere poeti dell’Ariete è come essere ordinati sacerdoti, si può buttare via la tonaca, ci si può spretare, ma una volta consacrati si rimane sacerdoti per sempre”. Il mio amico Luca, leggendola ancora una volta (infatti, Gabriele ed io non perdiamo occasione per ripeterla) in un mio articolo, che apparirà sul numero di marzo de “I Poeti dell’Ariete News”, il giornalino del gruppo, ha avanzato delle obiezioni. Scrive Luca: “... la citazione non dice nulla né delle peculiarità né delle finalità, ammesso che non siate diventati una setta satanica a mia insaputa”, per correttezza devo dire che alla fine Luca aggiunge però “mette a fuoco lo spirito del gruppo”. La mia polemica non è rivolta al mio amico, che oltretutto fa parte del nostro gruppo, ma quel riferimento alla setta (lasciando stare l’ironico aggettivo “satanica”) mi ha colpito e mi ha fatto venire in mente “la setta dei poeti estinti” del famoso e bellissimo film “L’attimo fuggente”, facendomi riflettere sulla penosa condizione in cui versano i poeti e la poesia oggi. Anche se non dobbiamo riunirci di notte in improbabili e tetri luoghi (come accadeva nel film) pochi e disagevoli sono gli spazi di cui possiamo usufruire, noi, appassionati ed amanti della poesia. “I Poeti dell’Ariete” possono svolgere i loro incontri e le loro manifestazioni grazie alla generosità di persone sensibili che ci mettono a disposizione dei locali. Infatti, sia lo svolgimento delle nostre performance che la manifestazione più seguita e che ci caratterizza, cioè la lettura libera di poesie, hanno avute molte vicissitudini, cambiando continuamente sedi. Ecco una brevissima cronistoria. Bisogna sapere che il gruppo de “I Poeti dell’Ariete” è emanazione e proseguimento delle attività culturali che si svolgevano, negli anni ottanta, a Milano Via Alzaia Naviglio Grande, presso lo Studio d’arte l’Ariete, di Gabriele Cavagna, costretto a chiudere, per beghe condominiali. Dopo esserci costituiti in gruppo abbiamo proseguito le nostre attività presso lo Spazio Laser di Via Farini, ma anche questo ha chiuso i battenti per motivi economici. Abbiamo accettato l’ospitalità del Bon Bon Cafè di Via Brera, e contemporaneamente alla Galleria Pace, di Piazza San Marco, tenevamo gli incontri di lettura libera di poesia denominati Spazio-Poesia. L’ospitalità è durata alcuni anni, ma poi ci hanno dato il benservito, chiaramente perché i proprietari non avevano un adeguato riscontro economico. Per un breve periodo siamo stati ospitati dal circolo dei “militari in congedo” di Via Bautta, ma da quel posto siamo scappati noi, per incompatibilità d’intenti. Anche dalla Libreria Claudiana, di Via Francesco Sforza, dopo circa tre anni, siamo dovuti andar via, hanno concesso lo spazio a enti e persone paganti. E sì, perché noi Poeti dell’Ariete, abbiamo come scopo quello di metterci al servizio della poesia e non servirci della poesia come fanno in tanti, perciò riteniamo che le manifestazioni debbano essere gratuite e ad ingresso libero. Di conseguenza non possiamo e soprattutto non vogliamo pagare, anche per un senso etico e di onestà intellettuale. È vero ci sono poeti e gruppi di poeti che pur di mettersi in mostra scorrazzano dalla Camera del Lavoro (di chiara matrice di sinistra), alla Palazzina Liberty (concessa dall’amministrazione comunale che come si sa è di destra), altri passano tranquillamente dalle sagrestie alle balere… Noi, “Poeti dell’Ariete”, non siamo certo schizzinosi, ma abbiamo il senso del pudore. A tale proposito ricordo un episodio accaduto in un momento di verifica e confronto con dei partecipanti a un nostro incontro (tutti i nostri incontri hanno sempre un momento di dialogo con il pubblico), un poeta affermava che lui pur di recitare le sue poesie sarebbe stato disposto a salire su qualsiasi podio anche su un mucchio di letame, scattava immediata la reazione di Caterina Parisi, poetessa facente parte del nostro gruppo fin della fondazione, purtroppo scomparsa qualche anno fa, che con voce perentoria alta e decisa (lei sempre calma e accondiscendente) gridava: “Io no! No, no”. Penso che questi pochi monosillabi di risposta a quel poeta (e, per esteso, ai tanti squallidi personaggi che sguazzano nell’ambiente “poetico”), identificano più di qualsiasi biografia la peculiarità e le finalità de “I Poeti dell’Ariete”.
(Luigi Giurdanella)

Quale miglior compendio di questa mia dissertazione che una poesia di Caterina Parisi, sempre viva nei nostri cuori!

IDENTITÁ

Chi sono?
Sono un poeta
che piange
e dell’inutile pianto
sorride.

Caterina Parisi
(da “Sine nomine”)

sabato 17 febbraio 2007

LA PAROLA PROTAGONISTA

È vero, è da parecchio tempo che non aggiorno il mio blog. Da più parti sono stato sollecitato a farlo, in modo perentorio da Luca, e siccome è grazie a lui che ho questo blog, non posso esimermi dall’aggiornarlo. Non per giustificarmi, ma se non l’ho fatto fin’ora è perché sono stato molto occupato ad organizzare le manifestazioni di febbraio del Gruppo “I Poeti dell’Ariete” (prima o poi parlerò in modo approfondito di questo gruppo storico di poeti) che coordino da parecchio tempo. Attività che occupa la maggior parte del mio tempo, ma che faccio volentieri, anche per non deludere il nostro amatissimo presidente-fondatore, e mio carissimo amico, Gabriele Cavagna, visto che si fida ciecamente del mio operato. Due sono le manifestazioni organizzate per questo mese. La prima, in ordine di data, è quella del 21 febbraio 2007, alle ore 17 al Centro dell’Incisione di Alzaia Naviglio Grande al 66, si, avete letto bene, nella zona più caratteristica e poetica di Milano. Questi incontri denominati “Poetica-Mente” si svolgono una volta la mese. Viene, di volta in volta, assegnato un tema (idea avuta dalla nostra cara ed indimenticabile Caterina Parisi), su cui i poeti si possono sbizzarrire a comporre poesie, che poi vengono lette durante l’incontro: il tema di febbraio è: “Febbre? Già è febbraio – corto ma cattivo” . Incontri aperti a tutti, perciò se avete una poesia da recitare o volete ascoltare quelle degli altri, venite a trovarci. Gli elaborati letti in quell’ambito, se gli autori sono d’accordo, vengono raggruppati e pubblicati nel foglio informativo del gruppo “I Poeti dell’Ariete News”. Ed è stata l’opera di redazione di questo “giornalino”, curato da me, che mi ha impegnato fino a qualche ora fa.
Secondo appuntamento de “I Poeti dell’Ariete” sarà per Martedì 27 febbraio 2007 alle ore 18,30, al Web Studio delle Messaggerie Musicali, C.so Vittorio Emanuele, sempre a Milano. In quest’ambito ogni componente del gruppo, se vuole, può organizzare una manifestazione in completa libertà, coinvolgendo a suo piacimento, artisti di varie discipline. Questo mese è toccato a me. Io, nell’organizzare le mie manifestazioni, ho un filo conduttore, che non può essere che la “Parola”. Per far entrare nello spirito di questa mia ricerca sulla parola, che dura da anni, ecco alcuni titoli delle precedenti manifestazioni. Con “Una parola è bella anche da vedere” mettevo in evidenza l’aspetto visivo, cioè estetico, della parola, valendomi della collaborazione della danzatrice Federica Fiore. Poi, con “Certe parole sono semplici suoni” sottolineavo l’aspetto sonoro della parola, compito affrontato grazie alla perizia di due abili musiciste: Gisella Fibra al clarinetto e Rosabianca Perego al sax contralto. Questa volta con il titolo: “Il mondo è soltanto una parola” (titolo ricavato da Shakespeare “Timone d’Atene” –II,ii), cercherò di mostrare la teatralità della parola. Per perseguire nel mio intento, ho imbastito un “canovaccio” con le mie poesie, legate da citazioni varie. Questa volta ho coinvolgendo la compagnia teatrale “La barca blu”. E in più, al pianoforte il bravissimo e carissimo amico Luigi Palombi, molto vicino al nostro gruppo, che intervallerà la recita con musiche appropriate.
Ecco perché del titolo di questo aggiornamento LA PAROLA PROTAGONISTA.
Insomma, dopo questo po’ po’ di “campagna pubblicitaria”, non potete mancare: Martedì 27 Febbraio 2007 alle 18,30, al Web Studio delle Messaggerie Musicali, vi aspetto!

Concludo questo “aggiornamento” con alcune strofe della poesia “ La parola” di Charles Bukowski, che mi sembrano la chiosa appropriata a quanto detto.
La traduzione è mia: lo dico per prendermene tutte le responsabilità!
Luigi Giurdanella


La parola non ha ne gambe ne occhi
non ha bocca, non ha braccia
non ha viscere e
spesso non ha cuore, o molto
poco.

Non puoi chiedere alla parola
di accenderti una sigaretta
al massimo può aiutarti
a gustare meglio il vino.

E non puoi costringere la parola
a fare qualcosa
che non vuole fare
non puoi aggravarla
e non puoi svegliarla
quando decide di
dormire.

La parola è una
dei più grandi
portentosi miracoli
dell’esistenza
può illuminare o
distruggere
menti
nazioni
culture.

Charles Bukowski

venerdì 26 gennaio 2007

GUARDA UNA POESIA!

POESIA È …




È catarsi
è liberazione
è esorcismo
è macerazione dello spirito
è sofferenza gratificante
è fuga dal contingente
è ricerca dell’alfa e l’omega
è penetrazione nelle profondità dell’essere
è voce dell’Io universale
è musica
è bellezza
è sublimazione
è ambrosia versata su tizzoni ardenti.

CATERINA PARISI


Il primo ospite del mio blog non poteva che essere lei, la signora della poesia, la mia carissima amica Caterina, scomparsa, purtroppo, nell’ottobre del 2005. Ma “Un poeta non muore, non muore mai, si rigenera!”

Questa poesia era stata presa come esempio esplicativo, in un mio articolo pubblicato su “I Poeti dell’Ariete News” (n. 12, aprile 2000) dal titolo “Guarda, una poesia! -Appunti sulla poesia verbo-visiva-“ Dove, tra l’altro, dicevo:

“Sono molti i poeti che sistemano parole e versi nel foglio bianco, secondo un gusto estetico. Mallarmè nel suo poema “Un coup de des”, oltre alle diverse dimensioni dei caratteri, utilizza anche gli spazi bianchi tra una parola e l’altra come componente integrante della poesia. Giò Ferri presentando il libro “Violenza” di Donatella Bisutti, sottolineava come la posizione dei versi nella pagina, era inscindibile dal significato del testo. Ecco come esempio la pagina 53 del libro “In itinere” di Caterina Parisi, dove il significato delle parole viene integrato anche dalla posizione che esse occupano nel foglio. Lo spazio vuoto tra il titolo “POESIA E’…” posto in alto, e il testo, è come un’amplificazione di quei puntini di sospensione. I tre versi a scalini all’inizio, rallentano il ritmo, quasi un’attesa, mentre quelli alla fine, sono come una pausa prima della conclusione; il verso più lungo “penetra” lo spazio della pagina, coincidendo col significato dello stesso. Da notare l’insistenza delle “è” ad ogni capoverso, significative anche graficamente.”
(Luigi Giurdanella)

giovedì 18 gennaio 2007

Una parola è bella anche da vedere


L’opera “acqua” che si inquadra nell’ambito della poesia così detta verbo-visiva, si basa sul concetto che la scrittura non è altro che la traccia di una memoria dissolta. Quest’opera cerca di armonizzare ed equilibrare l’unità tra immagine evocata e parole letta: infatti la lettera “a” partendo dall’alto rappresenta l’inizio della parola “acqua” e nello stesso tempo dà l’immagine della sorgente che vien giù in cascata, per concludersi nel resto delle lettere che completano la parola in basso come una tranquilla distesa di… “acqua” !
Fin qui, la presentazione “ufficiale”, ma c’è anche un “dietro le quinte”, una storia singolare che l’accompagna. L’opera, creata con la tecnica della copy-art, è piaciuta fin dalla nascita, riscuotendo un discreto successo non solo presso gli amici artisti o, se vogliamo, gli addetti ai lavori, ma piaceva a tutti quelli a cui la facevo vedere, probabilmente sia per la composizione lineare che per la semplicità della rappresentazione. Tanti si sentirono in dovere di consigliarmi uso e destinazione fra cui presentarla come logos per la neonata struttura “Acquatica” -giochi nell’acqua- (qualcuno conosceva le persone giuste), oppure proporla agli studi pubblicitari per pubblicizzare acque minerali, oppure stamparla su stoffa. Devo dire che effettivamente fui contattato per sfruttarla commercialmente: la dirigenza dell’Acquatica era interessata a comprare l’idea e a trasformarla, ad adattarla, facendone un neon- Non ci vedevo chiaro, ma capii che la mia “acqua” si sarebbe alquanto intorbidata: sarebbe stato come mandare una propria creatura a prostituirsi. E poi ne andava della mia idea dell’arte pura! E così non ho “battuto” quelle strade. Grazie all’interessamento e all’insistenza di amici, però, acconsentii a farla stampare su una t-shirt, in numero limitato e distruggendo la matrice. Magliette che ho distribuito a parenti ed amici, tranne una sola, che ho usato, pochi anni fa, per una performance: l’ho indossata in pubblico, girando poi tra la gente presente in sala, accompagnando l’ “operazione” con un assioma che così recitava: “La persona vestendosi d’arte fa vivere l’opera, momenti magici e misteriosi che amalgamo la vita all’arte, realizzando, così, la tanto agognata unità tra arte e vita !”
Mi fermo qui. Mi auguro di aver stimolare la vostra curiosità. Aspetto commenti!
Luigi Giurdanella

giovedì 11 gennaio 2007

Un po' di sana autoironia!

GLI INTELLETTUALI

Siamo pronti a scrivere su tutto
(ah, gli intellettuali …)
a mettere a fuoco il problema
a rimescolare le carte
a cantare e contare
(secondo i casi)
disastri e dissapori
(ah le nostre belle parole)
non vogliamo vincoli
non ci devono essere pastoie:
guai ai censori …

Non ci smentiamo mai:
parolai … parolai !

Luigi Giurdanella