venerdì 26 gennaio 2007

GUARDA UNA POESIA!

POESIA È …




È catarsi
è liberazione
è esorcismo
è macerazione dello spirito
è sofferenza gratificante
è fuga dal contingente
è ricerca dell’alfa e l’omega
è penetrazione nelle profondità dell’essere
è voce dell’Io universale
è musica
è bellezza
è sublimazione
è ambrosia versata su tizzoni ardenti.

CATERINA PARISI


Il primo ospite del mio blog non poteva che essere lei, la signora della poesia, la mia carissima amica Caterina, scomparsa, purtroppo, nell’ottobre del 2005. Ma “Un poeta non muore, non muore mai, si rigenera!”

Questa poesia era stata presa come esempio esplicativo, in un mio articolo pubblicato su “I Poeti dell’Ariete News” (n. 12, aprile 2000) dal titolo “Guarda, una poesia! -Appunti sulla poesia verbo-visiva-“ Dove, tra l’altro, dicevo:

“Sono molti i poeti che sistemano parole e versi nel foglio bianco, secondo un gusto estetico. Mallarmè nel suo poema “Un coup de des”, oltre alle diverse dimensioni dei caratteri, utilizza anche gli spazi bianchi tra una parola e l’altra come componente integrante della poesia. Giò Ferri presentando il libro “Violenza” di Donatella Bisutti, sottolineava come la posizione dei versi nella pagina, era inscindibile dal significato del testo. Ecco come esempio la pagina 53 del libro “In itinere” di Caterina Parisi, dove il significato delle parole viene integrato anche dalla posizione che esse occupano nel foglio. Lo spazio vuoto tra il titolo “POESIA E’…” posto in alto, e il testo, è come un’amplificazione di quei puntini di sospensione. I tre versi a scalini all’inizio, rallentano il ritmo, quasi un’attesa, mentre quelli alla fine, sono come una pausa prima della conclusione; il verso più lungo “penetra” lo spazio della pagina, coincidendo col significato dello stesso. Da notare l’insistenza delle “è” ad ogni capoverso, significative anche graficamente.”
(Luigi Giurdanella)

giovedì 18 gennaio 2007

Una parola è bella anche da vedere


L’opera “acqua” che si inquadra nell’ambito della poesia così detta verbo-visiva, si basa sul concetto che la scrittura non è altro che la traccia di una memoria dissolta. Quest’opera cerca di armonizzare ed equilibrare l’unità tra immagine evocata e parole letta: infatti la lettera “a” partendo dall’alto rappresenta l’inizio della parola “acqua” e nello stesso tempo dà l’immagine della sorgente che vien giù in cascata, per concludersi nel resto delle lettere che completano la parola in basso come una tranquilla distesa di… “acqua” !
Fin qui, la presentazione “ufficiale”, ma c’è anche un “dietro le quinte”, una storia singolare che l’accompagna. L’opera, creata con la tecnica della copy-art, è piaciuta fin dalla nascita, riscuotendo un discreto successo non solo presso gli amici artisti o, se vogliamo, gli addetti ai lavori, ma piaceva a tutti quelli a cui la facevo vedere, probabilmente sia per la composizione lineare che per la semplicità della rappresentazione. Tanti si sentirono in dovere di consigliarmi uso e destinazione fra cui presentarla come logos per la neonata struttura “Acquatica” -giochi nell’acqua- (qualcuno conosceva le persone giuste), oppure proporla agli studi pubblicitari per pubblicizzare acque minerali, oppure stamparla su stoffa. Devo dire che effettivamente fui contattato per sfruttarla commercialmente: la dirigenza dell’Acquatica era interessata a comprare l’idea e a trasformarla, ad adattarla, facendone un neon- Non ci vedevo chiaro, ma capii che la mia “acqua” si sarebbe alquanto intorbidata: sarebbe stato come mandare una propria creatura a prostituirsi. E poi ne andava della mia idea dell’arte pura! E così non ho “battuto” quelle strade. Grazie all’interessamento e all’insistenza di amici, però, acconsentii a farla stampare su una t-shirt, in numero limitato e distruggendo la matrice. Magliette che ho distribuito a parenti ed amici, tranne una sola, che ho usato, pochi anni fa, per una performance: l’ho indossata in pubblico, girando poi tra la gente presente in sala, accompagnando l’ “operazione” con un assioma che così recitava: “La persona vestendosi d’arte fa vivere l’opera, momenti magici e misteriosi che amalgamo la vita all’arte, realizzando, così, la tanto agognata unità tra arte e vita !”
Mi fermo qui. Mi auguro di aver stimolare la vostra curiosità. Aspetto commenti!
Luigi Giurdanella

giovedì 11 gennaio 2007

Un po' di sana autoironia!

GLI INTELLETTUALI

Siamo pronti a scrivere su tutto
(ah, gli intellettuali …)
a mettere a fuoco il problema
a rimescolare le carte
a cantare e contare
(secondo i casi)
disastri e dissapori
(ah le nostre belle parole)
non vogliamo vincoli
non ci devono essere pastoie:
guai ai censori …

Non ci smentiamo mai:
parolai … parolai !

Luigi Giurdanella

mercoledì 10 gennaio 2007

CI SONO ANCH'IO

Sembra che oggi non si possa vivere senza un blog. E così, grazie a Luca, ne ho uno anch'io, di blog. Posso solo dire che sono contento di questo spazio, però mi devo ancora abituare all'idea. Spero di utilizzarlo al meglio. Per adesso benvenuti ! Ciao Luigi

NON OLTRE